Don Marco Presciutti e Don Luigi Carescia sono i due sacerdoti che, andati in Brasile nell’autunno del 1993 per collaborare con Don Paolo nella parrocchia di Camaçari , ne hanno poi continuano ora il lavoro. Il 10 Ottobre inviarono questa lettera ai fratelli di Paolo e a Delia.
Mai come in questo momento le parole si rivelano povere, incapaci di comunicare per intero i sentimenti che le animano, ma, vista la distanza, sono l’unico mezzo a nostra disposizione per esprimere anche nel segno la partecipazione più sincera e commossa alle celebrazioni di saluto di un amico e di un fratello che ci precede nel ritorno a Dio.
Vorremmo innanzitutto trasmettere l’affetto e la gratitudine, la stima e l’amicizia profonda di tante persone di Camaçari, di Salvador, del Brasile che hanno conosciuto e amato Padre Paolo, che hanno pregato incessantemente desiderandone il ritorno, che con lui e grazie a lui sono cresciute nella fede, nella speranza e nell’amore, che hanno con lui sognato lottato per fare strada al Regno, in questo Paese così profondamente marcato dalla morte e dalla miseria, tante volte impoverito dall’ingiustizia e dalla violenza.
Quello che lui ha seminato come Padre e come uomo germoglia già in segni forti di speranza. Ereditiamo il “mantello del profeta” di cui parla la Bibbia, per continuare a battere lo stesso cammino e gridare lo stesso Vangelo con ancora più ardore, con maggiore disponibilità, perché stimolati dal ricordo vivo di lui e dalla sua testimonianza.
Siamo vicini in maniera tutta speciale a Dom Giovanni, a Marco, a Francesco, ai parenti di Padre Paolo, a Delia e alla grande famiglia degli amici, al Vescovo e alla Chiesa diocesana tutta, condividendo il dolore e l’inevitabile tristezza di questi momenti. Sono lo stesso dolore e la stessa tristezza di tanti brasiliani.
Insieme a voi vorremmo ringraziare il Signore perché ci ha fatto il dono di questo amico, e attraverso di lui ci si è manifestato come amante dei poveri, appassionato per la vita e per la pace, eternamente coinvolto in ogni lotta a favore dell’uomo.
Se Padre Paolo è morto la mattina del “giorno del Signore”, all’inizio del giorno in cui la morte è morta per fare spazio alla vita senza fine, è per ricordarci che la tristezza non può avere il sopravvento, è per aprirci alla speranza. Per questo la Chiesa di Camaçari si unisce alla Chiesa di Fano nella celebrazione dell’unica fede in Cristo Gesù, crocifisso e risorto.
È la fede nella Pasqua, nella potenza del Regno che feconda la storia che ha marcato i giorni e la vita di Paolo, amico e prete.
Marco e Luigi