Per iniziativa della Deputata Maria Del Carmen, nella sede dell’Assemblea Legislativa dello Stato di Bahia, in Salvador, il 29 agosto 2019 si è tenuta una Sessione Solenne in omaggio a Dom Helder Câmara, Arcivescovo di Recife, a 20 anni dalla morte, e a Don Paolo Tonucci, a 25 anni dalla morte, ricordandoli come “esempi di religiosi nella difesa dei Diritti Umani”. All’evento è stato invitato il fratello di Don Paolo, Giovanni, il quale ha rivolto per primo il suo saluto all’Assemblea.
SALUTO ALL’ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELLO STATO DI BAHIA
Egregi membri del Tavolo di Presidenza, Signori Deputati, Signore e Signori presenti,
Esprimo a voi il mio sincero ringraziamento per questo atto, con il quale avete voluto ricordare due persone che, in modi diversi ma ambedue molto significativi, hanno contribuito al bene della popolazione di questa grande e nobile nazione, il Brasile.
Nel 1970, venni per la prima volta in Brasile per visitare mio fratello e per svolgere alcune ricerche, che mi sarebbero servite per redigere una tesi di laurea in sociologia presso la Pontificia Università Lateranense. Il 17 settembre, insieme con Don Paolo, ho avuto la possibilità di incontrare Dom Helder Câmara a Recife. Era mio desiderio conoscere il suo pensiero in quel periodo della storia del Brasile segnata da eventi molto drammatici, e proprio mentre su parte della stampa nazionale si parlava di lui come di “vescovo rosso”, ispirato da ideologie di sinistra e, ovviamente, “comunista”. Mi ha stupito allora di constatare come, pur al centro di attacchi ostili, il piccolo vescovo fosse sereno: le sue parole erano misurate, e il pensiero era espresso con estrema chiarezza ma senza nessun segno di polemica o di rancore. Mi dette allora la netta sensazione di qualcuno che parlava non di idee proprie, ma degli ideali alti del vangelo, dei quali egli era un portavoce autorevole e convincente.
Dom Heleder Câmara ha avuto, ed ha ancora, una ben meritata fama internazionale. Capite però bene che la mia attenzione, oggi, si rivolge soprattutto a Don Paolo, che per me è stato due volte fratello: innanzitutto perché siamo nati dagli stessi genitori e quindi perché abbiamo seguito la stessa chiamata, nel servizio ministeriale della Chiesa. Che poi le nostre vite abbiamo preso direzioni di lavoro diverse è un dettaglio del tutto secondario, che non ha mai alterato la profonda comunione che ci ha sempre unito.
Don Paolo non ha avuto la notorietà universale di Dom Helder, ma la sua presenza ha ugualmente inciso fortemente la storia delle comunità che ha servito, con uno stesso spirito di donazione evangelica. Quando le autorità comunali di Fano, la sua città natale, hanno voluto consegnargli la più alta onorificenza cittadina, Paolo si è descritto così: “Senti-me sempre padre, comprometido con a evangelização, ao celebrar a santa Misa, ao anunciar a palavra de Deus, ao protestar quando destruiam os barracos nas invasões, ao fazer amizade com os operários, com os desempregados, os estudantes e os profesores di università. Mi sono sentito educatore ed evangelizzatore non solo parlando ma anche compiendo gesti di solidarietà e di liberazione”.
L’opera svolta da mio fratello è stata riassunta da lui stesso con due parole: educazione ed evangelizzazione. Se si parla di educazione, si sottolinea la fondamentale missione di ogni cristiano, e più ancora di ogni sacerdote, che è quella di evangelizzare. L’evangelizzazione è la forma più alta di educazione, quella che offre ad ogni persona la prospettiva completa di un progetto di vita, basato nell’incontro di amore con Dio Padre, che ci è offerto grazie alla morte e risurrezione di Cristo.
L’educazione è lo strumento privilegiato attraverso il quale i valori della vita possono essere trasmessi alle nuove generazioni, nella speranza che i bambini e i giovani di oggi possano acquistare gli strumenti necessari per conquistare e mantenere i loro ideali e per essere capaci di metterli in pratica, per il bene di tutti. Solo l’educazione ai valori veri dell’umanità, dell’onestà, del rispetto, della solidarietà, potrà ottenere dei risultati di bene, così necessari per il mondo intero. Dall’attenzione che una società dedica alla qualità dell’educazione impartita nelle sue scuole, si può capire quali siano le intenzioni nei confronti dei suoi cittadini: se si vuole promuovere in essi la libertà di pensiero e di azione, e la coscienza di quello che è giusto e vero, o se la volontà è quella di tenerli asserviti ai limitati interessi di pochi.
Con commozione ho visto il volto di Paolo rappresentato in una vetrata della chiesa ora cattedrale di Camaçari. Sono anche fiero di sapere che il nome di mio fratello è stato dato ad alcune scuole, a Camaçari e a Itabuna. E mi riempie di speranza seguire il lavoro svolto dalla Associazione Paolo Tonucci – Apito – che ha la finalità di impartire una educazione globale alle giovani generazioni, per fare di esse uomini e donne nuovi. Il gemellaggio che, con iniziative di collaborazione, unisce Apito in Brasile con alcune scuole in Italia crea una catena positiva di condivisione nel campo dell’educazione.
Credo che voi sappiate quanto Paolo abbia desiderato ottenere la cittadinanza brasiliana, per identificarsi ancora di più con la gente per la quale ha lavorato e con la quale si sentiva intimamente unito. Sapete anche che questo non gli è stato concesso, e ne sapete anche la ragione. La decisione allora presa contro di lui lo ha addolorato molto, soprattutto per la motivazione falsa, e quindi del tutto inaccettabile, che ne era stata data. Da parte mia spero che questo vostro gesto possa in qualche modo correggere la decisione di allora. Non so se quello che dico ora potrà essere giudicato troppo severo, ma attribuitelo all’affetto fraterno, anche se mi sembra un giudizio comunque razionale. Penso infatti che voi abbiate cancellato la vergogna di una scelta che non ha umiliato don Paolo ma ha piuttosto manifestato la meschinità di quelli che l’hanno operata.
Grazie a voi ancora una volta. Condivido con voi il desiderio e l’augurio gli ideali vissuti da Dom Helder Câmara e da Don Paolo Tonucci possano vivere ancora ed essere di stimolo per nuovi passi in avanti nella costruzione di un Brasile più giusto e solidale.
+ Giovanni Tonucci
TESTIMONIANZA DI GINO TAPPARELLI
Eccellentissimo Signor Presidente dell’Assemblea Legislativa di Bahia, egregi Signori e Signore,
La Commissione dei Diritti Umani dell’Assemblea Legislativa di Bahia, per mezzo della Deputata Maria del Carmen, ha deciso di ricordare e commemorare le figure di Dom Helder Câmara e di P. Paolo Tonucci.
Perché oggi parliamo di Diritti Umani e perché ricordiamo Dom Helder Câmara e P. Paolo Tonucci?
Il ricordo di questi due personaggi porta con sé tempi tenebrosi, oscuri, come usava chiamarli Hannah Arendt. Siamo in un periodo di corsi e ricorsi della storia del Brasile. E mi chiedo che cosa Dom Helder e P. Paolo significano per noi oggi.
Mi piacerebbe citare solamente un esempio che, per me, riassume il pensiero di P. Paolo: l’importanza dell’UNIONE. Nei suoi disegni, nei suoi opuscoli e nei suoi scritti il concetto di unione è sempre presente.
Troviamo un esempio di questo nella sua azione nel quartiere di Marotinho. Siamo nel mese di marzo del 1976, nel periodo del governo militare. Il Sindaco di Salvador era nominato dai militari. Un gruppo di famiglie occupa la Baixa do Marotinho nella Fazenda Grande do Retiro. Per il Sindaco e per la Giustizia di quel tempo, si trattava di invasori. Il Diario Oficial del 25 dicembre 1975 elenca i nomi di questi invasori. Per P. Paolo non sono invasori, ma cittadini brasiliani che lottano per il diritto all’abitazione.
Come ha agito P. Paolo? Unisce rappresentanti della Chiesa, nella persona del Cardinale Dom Avelar Brandão Vilela e di Don Timóteo Amoroso Lima, figura storica del Monastero di São Bento, convoca la stampa locale e nazionale, fa appello ai politici dell’opposizione, ricorre all’Ordine degli Avvocati di Bahia, che designa la persona del Dott. Adelmo Oliveira, convoca i professori e gli alunni dell’Università di Bahia, da appello all’Ordine degli Architetti di Bahia.
Questa unione esce vittoriosa, gli abitanti ottengono un terreno, donato dal Governatore, nella Strada Vecchia dell’Aeroporto, al Km. 5. A partire da lì, P. Paolo e Delia accompagnano quegli abitanti, si incontrano con loro ogni lunedì, fondano la Società del Quartiere, costruiscono le case con il sistema dello sforzo congiunto; ottengono l’attribuzione die lotti e da invasori diventano proprietari di un terreno di m. 8×18.
Per P. Paolo solo l’unione crea il potere, perché “la forma estrema del potere è tutti contro uno, come la forma estrema della violenza è uno contro tutti” secondo la definizione di Hannah Arendt. È in questo senso di P. Paolo diventa un classico, perché un classico è l’autentico interprete dell’epoca in cui è vissuto e che diventa sempre attuale. C’è il classico scrittore, poeta, cantante, pittore ecc. e c’è il classico politico, agente sociale e sacerdote. Questo è stato P. Paolo.
Un esempio per questi nostri tempi tenebrosi.
Gino Tapparelli
ALCUNE REAZIONI DI PERSONE PRESENTI
Oggi è stato un giorno che ricarica le energie, nel bere di nuovo le parole di quelli che erano insieme e sono stati testimoni dell’eredità di P. Paolo e di Dom Helder Câmara, questi due che sono stati e sono per me maestri della perseveranza, della lotta giusta, del vero significato della cristianità e dell’essere educatori, sia che io avessi 10, 15, 30 o 80 anni. Fare memoria di loro in questo giorno mi impegna ancora di più nella lotta quotidiana per i diritti umani, per il diritto ad una vita degna e piena per tutti e tutte, indipendentemente dal luogo in cui agire.
Aristela Evangelista
Socia dell’Associazione Paolo Tonucci
In questo omaggio a P. Paolo Tonucci, ho potuto vedere che egli fu un uomo molto combattivo e con ogni mezzo ha aiutato molte persone a cercare i propri diritti. Solo ascoltando tutte quelle parole ho potuto capire che per trasformare una nazione in pace, tutti dobbiamo unirci e lottare.
Delia ha letto un documento con le parole dette da P. Paolo, parole di incoraggiamento e di determinazione. E il più emozionante è vedere suo fratello Dom Giovanni, onorando l’omaggio a suo fratello, che da solo ha fatto molti gesti di solidarietà per la gente più bisognosa delle periferie di Salvador, nella città di Camaçari e altre regioni.
Riassumendo: sono molto grata per aver potuto partecipare, e sapere in poche parole quanto P. Paolo Maria Tonucci ha fatto per tutti quelli che erano nel bisogno.
Jaqueline Araújo
Stagista e Giovane dei progetti Apito
Bell’omaggio, in giorni così difficili come quelli che stiamo vivendo. Ricordare quelli hanno vissuto e incarnato il messaggio di Cristo, ci anima a continuare nel cammino e nella lotta per la giustizia e per la terra senza male. Infine, la opzione per i poveri è la maniera di vivere che ci avvicina a Gesù e per questo egli fu condannato, vittima di un giudizio ingiusto, manipolato dai sacerdoti e dai dottori della legge. È bene sapere che siamo dalla parte giusta della storia e siamo chiamati a scuotere le strutture e a togliere dal potere quelli che ci opprimono e sfruttano, come ci insegna la ragazza di Nazaret: Dio rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili. Viva Dom Helder Câmara, P. Paolo Tonucci e tanti altri lottatori e sognatori del Regno di Dio.
Cely Maria
Socia dell’Associazione Paolo Tonucci